Colite, rinite allergica, mal di testa, dermatite, reflusso, asma, cosa hanno in comune?

Sono patologie delle quali molte persone soffrono e che spesso diventano croniche, ovvero si ripresentano ciclicamente o rimangono senza sintomi prendendo farmaci continuativamente.

Se, invece di sopprimere semplicemente i sintomi ci facciamo qualche domandina in più, possiamo scoprire che, alla base di questi fastidiosi fenomeni, si nasconde qualcosa su cui possiamo lavorare.

La base comune infatti è uno stato infiammatorio, spesso latente e di basso grado, che non si nota, ma scombussola un po’ il funzionamento dei nostri apparati.

L’infiammazione è una condizione che il nostro sistema ha codificato, e mette in atto ogni qualvolta siamo vittime di un trauma e serve per risolvere lo stesso attraverso il richiamo di acqua in quella parte per portarvi le sostanze necessarie alla riparazione dei tessuti e alla cura della possibile infezione attraverso l’arrivo delle cellule del sistema immunitario.

Risolto il trauma, riparata la parte, l’infiammazione rientra e tutto ritorna come prima. 

Purtroppo però, oltre a questo tipo di infiammazione, detta acuta, si sta diffondendo tra la popolazione anche uno stato infiammatorio cronico, dovuto a tanti fattori diversi ma tutti controllabili.

Una alimentazione monotona e ricca di cibi industriali, l’esposizione a inquinanti atmosferici, ad additivi chimici, la mancanza di attività fisica, contribuiscono a creare uno stato di disagio che, l’organismo tenta di correggere attraverso l’infiammazione e il coinvolgimento del sistema immunitario che attraverso le sue cellule e i sui apparati tenta di eliminare quanto non riconosce.

Il risultato è che ci possiamo trovare ad avere sintomi simili a quelli di una allergia con un conseguente stato di malessere che si può manifestare a vari stadi, dall’eczema fino alla malattia autoimmune.

Attraverso il Test QuASA che indaga sulla nostra storia, sulle nostre abitudini alimentari e sui sintomi che abbiamo più frequentemente, possiamo capire se c’è una relazione tra sintomi e gruppi di alimenti che consumiamo, in modo da poter ruotare certi gruppi di alimenti per ridurre lo stato infiammatorio generale.

Non parliamo in questo caso di allergie a singoli alimenti, mediate da IgE, ma piuttosto di un sovraccarico di ceri gruppi alimentari per monotonia o condizioni particolari, che provocano piuttosto la produzione di IgG.

Si valutano 6 gruppi alimentari: latticini, glutine, lievitati, nichel, sale, salicilati.

Il test consta di un centinaio di domande e richiede, per la sua compilazione, non più di 15 minuti.

L’operatore abilitato inserisce i dati in un software che in tempo reale fornisce 2 tipi di risposte: 

a) la predisposizione generale alle infiammazioni da alimenti

b) quali gruppi di alimenti sono coinvolti. 

Con l’aiuto del professionista di segnale si crea ad hoc un programma che riduca l’utilizzo settimanale dei gruppi alimentari coinvolti in modo da ridurre progressivamente lo stato infiammatorio.

Questo porta a un graduale e duraturo recupero di uno stato di benessere perduto, con miglioramento e scomparsa dei sintomi.