Dopo tre decenni passati dietro, o meglio, attorno al banco della farmacia, mi sono resa conto che il mio atteggiamento nei confronti del cliente paziente è cambiato, si è evoluto, di pari passo con l’evoluzione delle conoscenze in campo medico. Lo studio continuo e la riflessione sull’aumento negli anni di certi sintomi, di certe patologie, di alcune sindromi, ha fatto nascere in me, prepotente, la necessità di capire il perché, a fronte di un aumento della vita media, negli ultimi trenta anni si sia verificata una insorgenza più precoce di certe condizioni croniche.

Approfondendo la Medicina Funzionale e la Medicina di Segnale mi sono resa conto che passando da una visione analitica ( un sintomo – una soluzione ), a una visione d’insieme della persona che presenta il sintomo, si compie un passo in più che, prima di offrire una soluzione si occupa di cercare le cause.

Un bravo medico, un bravo farmacista, devono avere in testa, quando si occupano di un paziente o di un cliente e del suo problema una domanda: perchè?

Negli ultimi trent’anni, patologie come il diabete, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari, quelle neurodegenerative, e i tumori, sono aumentate a dismisura e, notizia più allarmante, hanno anticipato la loro insorgenza.

Spesso, alcune di queste ( ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, malattie cardiovascolari), si presentano in successione e prendono il nome di sindrome metabolica.

Perché questo succede?

Tutte le volte che il nostro sistema subisce una aggressione o un trauma, come abbiamo già visto, si infiamma per richiamare acqua, cellule del sistema immunitario, mediatori chimici, allo scopo di circoscrivere il danno, diluire eventuali sostanze tossiche, neutralizzarle, eliminarle e, grazie ad altre cellule del sangue, riparare il tessuto l’organo colpito.

Questo meccanismo è automatico e inconsapevole, ma soprattutto, è molto evidente quando l’aggressione è massiccia. Se l’aggressione è invece di basso grado, ma magari continua e multipla, noi non ce ne accorgiamo subito, anzi ci rendiamo conto di essere in una condizione di “Infiammazione cronica di basso grado” solo dopo molto tempo, quando cominciamo a presentare patologie degenerative.

Le cause di questa situazione, detta anche “Inflammaging” (il suffisso aging serve a farci notare che l’infiammazione si accompagna a invecchiamento precoce) risiedono principalmente nello stile di vita che, infatti, in questi ultimi trent’anni, si è discostato sempre di più da abitudini salutari.

Vediamole nel dettaglio:

Sovraccarico alimentare: si tratta del consumo di alimenti troppo raffinati ( farine, zuccheri) che il sistema digerente non riconosce in quanto troppo lontani da come la natura ce li fornisce, della presenza, nei cibi pronti, degli additivi chimici, considerati alieni dal nostro intestino. Anche la carenza di alimenti ricchi di fibra come le verdure e i legumi, contribuisce a generare il sovraccarico dei cibi raffinati.

Ipossia: parliamo di carenza di ossigeno nei tessuti.Questa condizione è causata dal fumo di sigaretta, dal colesterolo troppo basso, dall’anemia, dalla carenza di attività fisica all’aria aperta, dalla insufficiente presenza nell’organismo di Coenzima Q10, causata dell’uso di certi farmaci.

Attivazione cronica del cortisolo, un ormone che produciamo, giustamente, quando siamo sotto stress per prolungare la nostra resistenza allo stesso, ma che, se rimane ad alti livelli per un tempo troppo prolungato, genera resistenza insulinica, peggiore gestione degli zuccheri e sovrappeso.

Sedentarietà e aumento di peso, visto che il tessuto adiposo è un vero e proprio organo endocrino ( che secerne ormoni) che produce tra, gli altri, anche visfatina e resistina, due ormoni legati alla infiammazione.

Disbiosi intestinale, errata proporzione tra i batteri che vivono nel nostro intestino e che ci aiutano nella digestione e nella produzione di vitamine, strettamente legata a una condizione di infiammazione intestinale della quale abbiamo parlato in un precedente articolo e che, dell’inflammaging, si trova ad essere sia causa che effetto, promuovendo un circolo vizioso alquanto deleterio.

Purtroppo non ci accorgiamo subito di trovarci in questa condizione infiammatoria perché non dà segnali (è infatti definita anche “latente”) ma peggiora di anno in anno fino a presentarci dei sintomi sistemici anche molto invalidanti.

È infatti finalmente considerata come la causa di patologie croniche come il morbo di Alzheimer, la sindrome metabolica di cui abbiamo parlato all’inizio, la sarcopenia (un progressiva riduzione della massa e della forza muscolare. Molti studi ci confermano che lo sviluppo dei tumori è favorito dall’infiammazione cronica di basso grado, soprattutto nelle persone in sovrappeso.

Da tutto quello che ho scritto finora, possiamo ancora una volta renderci conto di quanto le nostre scelte possano fare la differenza nel mantenere o recuperare uno stato di salute ottimale. Questo ci permetterà di non dover correre dietro a ogni singolo sintomo come se dovessimo ogni volta mettere una toppa al tubo che perde, in una corsa senza fine, ma di occuparci di noi con quella cura e attenzione che spesso riserviamo agli altri ma che a volte dimentichiamo di rivolgere a noi stessi.

La scelta di alimenti di qualità, come le farine integrali, prodotte nelle nostre zone, ricche di coenzima Q10, una grande varietà di verdure di stagione che apportano vitamine, acido folico, fibra, il pece azzurro dell’adriatico che, a un prezzo accettabile, ci fornisce OMEGA 3 dal grande potere antiinfiammatorio.

Imparare a leggere le etichette degli alimenti confezionati per scartare quelli con liste troppo lunghe e ingredienti dai nomi incomprensibili ci metterà al riparo dalla assunzione di sostanze chimiche inutili che l’organismo non riconosce e non sa come eliminare.

Essere normopeso o sovrappeso, abbiamo visto che fa la differenza, e possiamo migliorare la nostra condizione cominciando a pensare di ridurre il nostro consumo di cibo alla sera, per aumentare il volume della nostra colazione, quando il cervello ha bisogno di un segale forte di abbondanza di nutrienti per dare il via al metabolismo e al consumo calorico.

Per mettere in pratica tutte queste indicazioni possiamo chiedere aiuto ai nostri farmacisti e farmaciste di fiducia che sapranno approfondire gli argomenti che abbiamo trattato in questo articolo.

Se pensiamo di avere bisogno di un aiuto perché probabilmente il processo infiammatorio cronico di basso grado è già iniziato, potremo chiedere al nostro farmacista un prodotto che contenga curcuma ad alta concentrazione e elevata biodisponibilità, che utilizzato insieme a vitamina D ai giusti dosaggi è in grado anche di ridurre l’infiammazione intestinale, oltre che quella sistemica.

Di integratori che contengono Omega 3 ce ne sono tanti, ma il farmacista ci potrà indicare quello con la più corretta proporzione tra EPA e DHA per rallentare il processo infiammatorio.

Se il nostro problema è più legato allo stress prolungato potremo chiedere un prodotto che ci aiuti a ridurlo, contenente RHODIOLA, o qualcosa che ci aiuti ad avere un riposo adeguato al nostro impegno diurno, magari contenete olio essenziale di lavanda, oppure papavero rosso e ginestrino o il meno conosciuto, ma molto efficace giuggiolo associato a escolzia e L- teanina.