È affascinante pensare che la storia della medicina è iniziata per tentativi, già prima della civilizzazione dell’uomo.

Si è partiti in ogni caso dalla natura, dalla quale ancora oggi derivano un buon numero di farmaci. Tutti i popoli della terra hanno creato le loro tradizioni mediche, partendo più o meno nello stesso modo, ma in ogni continente si sono prese vie diverse, approfondendo argomenti diversi, cercando comunque di trovare rimedi sempre più efficaci e con meno effetti collaterali.

Mentre in occidente ci si concentrava sulle erbe dando origine alla fitoterapia, in Oriente è sempre stato alto l’interesse per i funghi che presentano numerose proprietà benefiche.

Purtroppo in Europa i funghi sono stati associati storicamente a pratiche mistico esoteriche, distogliendo l’attenzione dalla loro grande versatilità terapeutica che, per fortuna, attualmente è emersa e ci permette di poter usufruire dei suoi benefici.

I funghi, non appartengono al mondo delle piante, come si potrebbe credere e come furono catalogati in principio, ma non appartengono neanche al mondo animale.

Per le loro caratteristiche così particolari è stato creato un regno a parte denominato appunto Regno dei Funghi dato che la loro origine è un ceppo batterico diverso da quello degli altri regni.

Si pensa che in natura, le specie fungine siano 1.500.000, la maggior parte ancora sconosciute, e con probabili effetti terapeutici interessanti tutti da scoprire.

La parte visibile del fungo è il corpo fruttifero che emerge in particolari condizioni, per la riproduzione, ma la parte più consistente, il micelio, è una rete di filamenti che si sviluppa anche per chilometri, modificandosi in base alle informazioni prese dall’ambiente.

Si nutrono di sostanza organica che prendono dal terreno o dalle piante secondo tre modalità:

  • Simbiosi con un’altra specie e beneficio per entrambe,
  • Parassitismo a spese di un’altra specie che deperisce e muore,
  • Saprofitismo, da organismi morti animali o vegetali.

Se non ci fosse questa attività saprofitica dei funghi, la terra sarebbe sommersa di detriti di origine animale e vegetale, a conferma che tutto ha una utilità nella vita del nostro pianeta.

L’attività terapeutica dei funghi è legata alla loro necessità di produrre sostanze che ne rendano possibile la vita nella fase più ostile dell’ecosistema, a stretto contatto con organismi in decomposizione e occupandosi della loro demolizione, resistendo ad alti livelli di stress ossidativo. Le proprietà antiossidanti e quelle antimicrobiche che il fungo usa per difendersi, sono ciò che rende la micoterapia così efficace.

Non ci sono altri organismi viventi, capaci, come i funghi, grazie al loro micelio diffuso, di ripulire un terreno da inquinanti e tossici in un tempo così breve.

I funghi terapeutici, che a volte sono gli stessi che mettiamo nel piatto, hanno, come sostanze attive, terpenoidi, glicoproteine, enzimi e polisaccaridi.

Tra i polisaccaridi, i più attivi sono i β-glucani che sono anche quelli sui quali sono stati fatti gli studi più numerosi.

La loro caratteristica è quella di stimolare le cellule del sistema immunitario, tenendolo allenato, in modo da permettergli di intervenire tempestivamente all’arrivo di patogeni esterni o interni (come le cellule neoplastiche) .

Si tratta di una vera attività modulante che seda un sistema immunitario troppo attivo che potrebbe generare patologie allergiche, o attiva un sistema immunitario pigro.

Questa capacità modulante si verifica perchè i β-glucani rivolgono la loro attività alla parte innata del sistema immunitario.

Oltre ai polisaccaridi, i funghi terapeutici contengono altre sostanze che ne potenziano l’efficacia

come le glicoproteine, gli enzimi, i terpeni e gli steroli con molteplici azioni.

Non possiamo trascurare il fatto che i funghi sono tra le poche fonti naturali di Germanio, che migliora l’utilizzo dell’ossigeno da parte delle cellule.

Purtroppo numerosi studi condotti di recente rilevano che la nostra alimentazione, rispetto al passato è carente di 1-3β-glucani a causa del consumo prevalentemente di alimenti industriali e troppo raffinati che l’industria preferisce perché meglio maneggiabili, da qui la necessità di integrarli con la micoterapia.

Il rapporto nel quale sono presenti i vari principi attivi, varia le indicazioni terapeutiche di ogni fungo.

Il beneficio ad ampio spettro e la versatilità di azione di questi preparati, ci fa ragionevolmente pensare che la loro diffusione e il loro utilizzo sarà in netto aumento anche in occidente nei prossimi anni.

Per scongiurare il rischio di assumere contaminati presenti nei terreni, dobbiamo, col consiglio del farmacista, scegliere prodotti di aziende italiane, delle quali poter controllare la filiera produttiva.

Tra i funghi più usati in medicina, presenteremo quelli legati alla longevità: Hericium erinaceus

Questo fungo che sembra una criniera, può arrivare a 2 Kg di peso, si sviluppa per lo più sulle querce è commestibile, anche se non molto utilizzato in cucina.È molto conosciuto per le sue attività cicatrizzanti sulle mucose, soprattutto dello stomaco grazie alla alta concentrazione di ericenoni e erinacine.

In occidente si è cominciato a studiarlo solo di recente, e, proprio grazie alla presenza di queste due sostanze stimolanti l’NFG, si è visto che riduce la progressione delle malattie degenerative a livello cerebrale, migliorando a distanza di 6 mesi lo stato di salute e le capacità residue sia nei malati Alzheimer che di demenza senile.

Studi partiti in Giappone e ripresi in Europa hanno rilevato che il fungo Hericium è in grado di ridurre la neurotossicità di sostanze come il Glutammato con una attività di protezione del tessuto cerebrale e sulla sua rigenerazione.

Un altro fungo molto interessante è l’Auricularia auricula -judae: orecchio di Giuda, molto usato nella cucina cinese.

Si tratta di un fungo decompositore che cresce in relazione mutualistica con rami e alberi secchi. E’ ricco di Adenosina, un nucleoside ( molecola presente nel DNA e nel RNA) che entra in gioco nella produzione energetica dell’organismo, nella produzione di GABA che regola l’ansia senza

diminuire il livello di attenzione, la frequenza cardiaca, alcune funzioni cerebrali e il sonno. Da non dimenticare la presenza, tra i polisaccaridi, di AAP che agiscono sul cuore e sulla glicemia e di fibre con attività ipocolesterolemizzante e antistipsi.

I più recenti studi ne hanno verificato l’azione rinforzante sulle pareti vasali, accompagnata a una attività sulla fluidità del sangue, utile nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

L’utilizzo prolungato di un prodotto a base di questo fungo intero risulta molto utile per la regolazione dello stress, sia in età lavorativa che in seguito, per ridurre l’invecchiamento e patologie correlate.

(da non usare in associazione a farmaci antiaggreganti)

Per completare l’analisi dei funghi della longevità parliamo del Cordyceps sinensis, un fungo raro, venerato da millenni, che si estende dalla carcassa mummificata di un insetto.

In occidente è conosciuto solo da una trentina di anni, durante i quali sono stati compiuti numerosi studi per verificare le proprietà notate dai cinesi durante i secoli.

Cresce in Tibet ad altitudini comprese tra i 3000 e i 5000 metri e, nonostante sia molto difficile da coltivare, si è trovato il modo di produrlo in laboratorio.

Vive in simbiosi con l’insetto, la cui morte, funziona da stressore per la produzione del corpo fruttifero.

Oltre alle altre componenti attive, troviamo la Cordicepina, l’acido cordicepico, la 2- deossiadenosina e altri nucleotidi.

I principali utilizzatori di Cordyceps in occidente sono atleti e anziani.

Numerosi studi scientifici hanno infatti dimostrato che, grazie al Cordyceps, il corpo umano, migliora l’utilizzo di ossigeno e l’energia a livello cellulare, allungando i tempi della performance aerobica.

Anche i tempi di recupero si riducono e aumenta la funzione anabolica, con produzione di muscolo, grazie all’aumento di testosterone.

Questi stessi effetti sulla produzione energetica, sono molto utili nell’anziano per migliorare la lucidità mentale, la concentrazione, il sonno, l’energia, l’umore, la respirazione e per ridurre la freddolosità.

Anche uno studio in doppio cieco, su anziani che lamentavano stanchezza, ha rilevato un miglioramento di parametri come la confusione mentale, la minzione notturna, le prestazioni sessuali, nel gruppo che usava Cordyceps rispetto a quello che usava placebo.

La sua capacità di stimolare la produzione di DHEA risulta molto utile, nelle depressioni per aumentare la vitalità del soggetto.

 

Nella scelta di sostanze con le quali integrare la nostra alimentazione per migliorare lo stato di benessere, si cerca sempre la massima efficacia e il minimo rischio.

Possiamo dire che i funghi, e la micoterapia, rispondono perfettamente a questa esigenza, dal momento che sono ben tollerati e hanno tutti anche un effetto epatoprotettivo e prebiotico, migliorando l’assorbimento degli altri nutrienti presenti nel cibo.