Quante ne hai sentite? 

Quante ne hai provate? 

Quanti libri hai letto? 

Quanti dubbi hai? 

Quanti alimenti hai eliminato? 

Quanti si trovano nella situazione di non sapere più cosa mangiare? 

Come è successo? 

Prima leggi che le uova fanno male e le elimini, poi l’amica ti riferisce che a lei il medico ha tolto i formaggi e allora li togli anche tu, non mangi più la carne rossa da anni, poi è la volta che elimini il glutine. Il pesce ha il mercurio, lo togliamo, i pomodori hanno il nichel, le fragole ti fanno venire i pomfi e allora via anche quelle.

Ti riduci a mangiare pasta, insalata, biscotti senza quello quell’altro e quell’altro ancora, che forse sono anche senza biscotti.

Non sai più come è cominciata questa storia ma hai paura che quel poco che mangi ti faccia comunque male.

Lo so, è l’iperinformazione, genera confusione e incertezza perché da soli non possiamo avere competenze su tutto.

Allora la soluzione è quella di procurarsi delle competenze base per poter decidere da soli che cibi sono adatti per noi, cosa ci fa stare bene e avere tanta energia per affrontare le nostre lunghe giornate nel migliore dei modi.

Ci sono delle regoline universali che ci mettono al riparo da errori:

  1. Più un cibo è vicino a come la natura lo produce più è adatto per noi, perché ci siamo evoluti si, ma i nostri sistemi digestivo e immunitario sono rimasti quelli di un tempo e non riconoscono, per cui non riescono a usare al meglio, ciò che viene troppo cambiato (processato è il termine tecnico). Esempio un frutto con le sue sostanze zuccherine è ottimo, il fruttosio in polvere concentrato provoca degli effetti strani.
  2. Ogni pasto deve contenere tutto ciò che ci serve per fare funzionare al meglio la macchina perfetta che siamo : proteine, carboidrati, frutta e verdura, grassi. Per essere sicuri di non sbagliare, il consiglio è quello di fare un bel piatto tripartito ( come suggerisce Dieta GIFT), che contenga, in volume, un terzo di carboidrati integrali, un terzo di proteine, un terzo di frutta e verdura fresca che per convenzione chiamiamo CVC (crudo, vivo, colorato), grassi di condimento. 
  3. Suddividere il cibo che si consuma nella giornata in tre pasti a piramide, ovvero con una colazione più abbondante del pranzo, e una cena più scarsa del pranzo. Frutta e verdura sono liberi durante la giornata. 
  4. Preparare la maggior parte dei cibi con le proprie mani, perché così si assumono meno additivi, si possono scegliere materie prime di migliore qualità, a km zero, più freschi e si possono ridurre le quantità di sale e zucchero fino ad arrivare ad assaporare il cibo col suo vero sapore. 

All’inizio non è facile cambiare abitudini, è il nostro cervello che si oppone, perché è programmato per lavorare al risparmio e ogni cambiamento richiede una spesa energetica non prevista. Superando una prima fase di resistenza ci potremo riappropriare del timone delle nostre scelte alimentari, imparando ad ascoltare i segnali del nostro corpo e i nostri stati d’animo legati anch’essi a ciò che mangiamo.

Parleremo in seguito approfonditamente dei gruppi alimentari.