Ho mangiato “alla Romagnola”, all’Abruzzese”, “all’Indiana”, “alla Macrobiotica”, “alla Giapponese”. Ogni cucina ha un suo senso, è frutto di millenni di storia e ha fatto crescere interi popoli, li ha guidati verso il progresso, le conquiste. Tutte le cucine tradizionali sono fatte di un mix di alimenti e condimenti e non possiamo dire che ce ne sia una migliore di un’altra. La prova di questo è che ci sono popolazioni ultracentenarie in varie regioni del mondo che si alimentano in modi completamente diversi.

I Sardi, i Calabresi, i Giapponesi, i Costaricani, che sono stati oggetti di numerosi studi hanno tradizioni veramente diverse. Quello che li accomuna è però l’utilizzo di alimenti freschi, integrali, di stagione e preparati in casa con amore.

L’utilizzo di piatti unici che contengono proteine, carboidrati, semi, frutta e verdura, ne rappresenta un’altra caratteristica, senza dimenticare la convivialità del pasteggiare insieme a tutta la famiglia.

Purtroppo abbiamo un po’ perso tutte queste tradizioni, perché i ritmi della vita sono cambiati, lavoriamo lontano da casa, i nostri bambini mangiano a scuola e abbiamo la possibilità di trovare cibo ovunque.

Mangiare una cosa al volo, soprattutto a pranzo, non è più considerata una eccezione, ma diventa normale, lasciando alla cena il compito di soddisfare tutti i nostri desideri in materia di cibo e non solo.

Questi cambiamenti non scelti, però, piano piano, modificano il nostro corpo, il nostro stato energetico e la nostra salute, fino a provocare veri e propri stati di malattia che oggi sono considerati quasi inevitabili. Diabete, ipertensione, ipotiroidismo, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni e degenerative, hanno una netta correlazione con quello che mangiamo, ma, buona notizia, migliorano moltissimo, cambiando stile alimentare.

Abbiamo già detto, in un predente articolo, che una buona alimentazione deve contenere tuto quello che ci serve per fare funzionare la nostra macchina perfetta. Imparare a conoscere i nutrienti è il primo passo per mangiare bene.

Gli alimenti, non sono polverine da farmacista, quindi non contengono mai una sola componente, ma si si suddividono per gruppi, in base alla loro componente principale.

I gruppi che prendiamo in considerazione sono:

Carboidrati, Proteine, Frutta e Verdura, Grassi.

Nel gruppo CARBOIDRATI, che rappresentano la benzina, la fonte energetica primaria di veloce o velocissima utilizzazione, troviamo le farine, i prodotti a base di farina, i cereali in chicco, i fiocchi, i legumi, i prodotti da forno, le patate, gli zuccheri, i dolci, le caramelle, la frutta essiccata (albicocche, prugne, uvetta …), il miele, i succhi, le marmellate, i dolcificanti, i gelati, gli yogurt alla frutta, le creme spalmabili ( eccetto quelle 100% di frutta secca), le bevande gassate, gli alcolici ecc…

Nel gruppo PROTEINE, che rappresentano i mattoni con i quali il nostro organismo costruisce e rigenera la struttura del nostro corpo, produce gli ormoni, gli enzimi e le cellule del sistema immunitario, troviamo le carni, i pesci, i molluschi, i mitili, le uova, i latticini, la frutta secca( noci, nocciole, mandorle, anacardi, pinoli, noci del Brasile ecc…)

Nel gruppo FRUTTA E VERDURA, che rappresentano la fonte di acqua, vitamine, sali minerali, fibre, troviamo tutti i frutti, i vegetali eccetto le patate.

Nel gruppo GRASSI, che rappresentano la fonte di vitamine liposolubili, di acidi grassi essenziali, di precursori ormonali, lubrificanti e sostanze antinfiammatorie, troviamo l’olio extravergine di oliva, gli oli di semi, i grassi animali come il burro e lo strutto, e alcuni prodotti industriali come la margarina.

Avere ben chiaro a quale gruppo appartengono i singoli alimenti è il primo passo fondamentale per imparare a comporre dei pasti ben bilanciati.

Subito dopo il primo passo c’è il secondo passo, un po’ più difficile del primo, la scrematura, da ogni gruppo, di tutti quegli alimenti che ci portano fuori da un percorso di salute.

Il criterio per la scelta è quello di valutare quanto siano vicini a come la natura ce li offre.

Farine, pasta, pane, chicchi e fiocchi di cereali sono da preferire integrali, come zucchero possiamo usare un po’ di miele di buona qualità, eliminando lo zucchero bianco o di canna che sono prodotti industriali, le bevande gassate, i succhi di frutta, i thé in bottiglia non ci fanno bene, perché contengono tanto zucchero o dolcificanti che interferiscono col corretto funzionamento dell’insulina.

Le carni e le uova, vanno preferite biologiche, soprattutto per ridurre l’assunzione involontaria di antibiotici e altri farmaci che vengono somministrati agli animali degli allevamenti intensivi.

I pesci vanno scelti tra quelli pescati, prevalentemente in mari vicini.

La qualità dei grassi è anche questa davvero molto importante, infatti olii di cattiva qualità o estratti industrialmente, purtroppo hanno un grande potere infiammatorio, che è l’esatto contrario di quello che un olio di buona qualità e spremuto a freddo deve fare.

Frutta e verdura devono essere di stagione e di zona per farci bene.

Produrre una zucchina in inverno o un cavolfiore d’estate, richiede una forzatura e l’utilizzo di sostanze chimiche dannose. Ogni stagione ci fornisce una abbondante varietà di vegetali adatti al clima nel quale viviamo ( più ricchi d’acqua d’estate, più riscaldanti d’inverno).

Ora, quando pensiamo alla colazione e al pranzo, è fondamentale che tutti i gruppi trovino spazio nel piatto.

­Se conoscete Dieta GIFT (della quale sono GIFT Food Tutor), saprete che, per semplificare le cose, proponiamo il piatto tripartito, ovvero un piatto che contenga per un terzo proteine, per un terzo carboidrati e per un terzo frutta e verdura. Questo ci permette di utilizzare il colpo d’occhio per capire in modo semplice se il nostro pasto è composto correttamente.

La cena, se abbiamo mangiato a sufficienza di giorno, come mi auspico, diventa un pasto frugale, più ridotto che può anche non contenere carboidrati, nel caso vogliamo recuperare il nostro peso forma, ma ricordandoci che non è mangiando meno che si perde peso, ma piuttosto mangiando meglio e permettendo alla nostra macchina perfetta di lavorare in uno stato di efficienza e messa a punto ideale.

Per poter stare bene, mangiare bene, non si può improvvisare, bisogna programmare, dedicare un tempo a ricostruire la propria personale tradizione alimentare, pensata e personalizzata.

Per approfondimenti e consulenze mi puoi contattare presso Farmacia Pievesestina o all’indirizzo mail info@orientamentoalimentare.it.