IL TAO DEL SISTEMA IMMUNITARIO

IL TAO DEL SISTEMA IMMUNITARIO

Nel mio lavoro di farmacista territoriale, ho, tra gli altri, il compito di tradurre le conoscenze scientifiche in concetti comprensibili a tutti. È un impegno che mi sono data dall’inizio della mia esperienza lavorativa e che ha lo scopo di stimolare le persone ad avere coscienza che ognuno di noi può fare molto per mantenersi in salute.

Sappiamo ormai con certezza che tutto quello che ci succede, dal punto di vista fisico, alimentare ed emozionale, contribuisce in egual misura al nostro benessere o malessere, dal momento che siamo un tutt’uno, con tutte i distretti che lavorano in una danza più o meno armonica.

Ci sono argomenti più facili da tradurre, come il funzionamento della digestione, altri più difficili per la loro complessità. Il più difficile in assoluto, da comprendere e da spiegare, è il sistema immunitario, proprio l’argomento di cui parleremo in questo primo numero della rivista Corofar Healt.

Il sistema immunitario è una sorta di sesto senso, che esplora il mondo che ci circonda, insieme gli altri sensi, ci permette di inquadrare un oggetto, un cibo, un parassita e ci informa sulla sua pericolosità infettiva, chimica e di danno interno. Una volta capito se l’antigene ( il materiale, alimento, sostanza, ecc…) è SELF o NON SELF ( in italiano AMICO o NEMICO ) attiva una delle sue due funzioni fondamentali: DISTRUGGERE / TOLLERARE, entrambe importantissime al fine di permetterci, durante l’evoluzione, di sopravvivere all’ambiente in continua modifica.

Questo nostro “sesto senso” IMMUNITARIO è un senso curioso, che impara dai propri errori, vuole conoscere quanti più antigeni possibili per essere preparato a ogni nuovo incontro, felice di allenarsi, non teme le novità, anzi, vuole conoscerle per tempo per potersi organizzare.

Ci sono voluti un milione di anni per sviluppare un sistema così perfetto da portarci fino a qui.

La nostra IMMUNITÀ comprende due meccanismi complementari, quello INNATO e quello ACQUISITO.

L’immunità INNATA è VELOCE, ASPECIFICA, ci difende senza conoscere il patogeno che ci aggredisce e usufruisce di sistemi che abbiamo fino dalla nascita come:

  1. le barriere fisiche : pelle (2 metri quadri), alveoli polmonari (130 metri quadri), epitelio delle vie respiratorie ( 2 metri quadri), epitelio gastrointestinale (circa 400 metri quadri) da mantenere integre, pH dell’ epidermide e del sistema digerente che sterilizza la maggior parte dei batteri, da mantenere sufficientemente acido, temperatura corporea,
  2. i liquidi inibenti come lisozima che rovina le barriere cellulari batteriche,
  3. l’attività del COMPLEMENTO,che distrugge i patogeni.

L’immunità ACQUISITA è LENTA, SPECIFICA, si occupa di dare un nome al patogeno, comprende quella UMORALE, dove i linfociti B producono IgM e IgG in risposta all’antigene del microorganismo aggressore e quella

CELLULOLOMEDIATA, dove i linfociti T, dopo il contatto con l’antigene, attivano i MACROFAGI, LE NATURAL KILLER, e le CITOCHINE.

Le immunità umorale e cellulomediata agiscono entrambe sempre, anche se quella umorale è più importante per i batteri e quella cellulomediata lo è più per i VIRUS, i PARASSITI, i FUNGHI e i TUMORI.

In poche parole, se l’immunità acquisita agisce contro, in un vero e proprio ring con il patogeno, nel quale ogni incontro è allenante, l’immunità innata agisce in modo da creare un ambiente sfavorevole all’ingresso e all’insediamento del nemico.

Quando parlo di questo argomento, mi viene in mente il simbolo del Tao, perché mi immagino proprio una danza tra la tolleranza e la difesa che avviene principalmente nell’intestino, dove l’antigene viene “presentato” al sistema immunitario, il quale, dopo averlo “assaggiato” (dal punto di vista immunitario), decide se tolleralo o distruggerlo.

Ecco che ci rendiamo conto allora di quanto sia importante la salute intestinale, perché se ci ritroviamo con un intestino infiammato, il sistema di blocco del NON SELF non funziona. Infatti, l’infiammazione, che ha una sua ben precisa funzione in alcuni casi ( traumi), quando è invece latente e di basso grado, ovvero non collegata a un trauma, provoca a livello intestinale l’allentamento delle “Tight Junctions” (giunzioni serrate), quelle che permettono di tenere separato l’ambiente interno al tubo digerente dal circolo sanguigno, con il conseguente passaggio nel circolo venoso e linfatico di microorganismi o sostanze dannose per la nostra vita.

In questo caso si avrà una iperstimolazione di rimando dell’immunità con l’innesco di fenomeni allergici di vario genere.

Il compito dell’industria farmaceutica, con la creazione di farmaci che affianchino, sul ring della difesa specifica il sistema immunitario acquisito, a noi, personalmente, è riservato lo sviluppo di tutti quei comportamenti che, più che sull’intruso, possano agire, insieme all’immunità innata, per creare un ambiente il più possibile sfavorevole al suo insediamento.

La respirazione corretta accompagnata all’attività fisica all’aria aperta è importantissima, perché migliora l’ossigenazione dei tessuti e favorisce l’eliminazione degli scarti, aumenta il numero dei mitocondri che si occupano dell’utilizzo dell’ossigeno e sono proprio come delle centrali energetiche della cellula.

Una adeguata quantità di acqua è il veicolo di tutti i processi di scambio e di eliminazione all’interno della nostra macchina perfetta.

L’eliminazione del fumo, la razionalizzazione dei farmaci con l’aiuto del medico, sono altri step fondamentali sulla strada della cura del proprio terreno di difesa.

Nella curva della nostra quotidianità, che rappresenta l’alternanza del sonno e della veglia, della fase di stress e di quella di recupero, della produzione degli ormoni che avviene a cicli, a seconda di cosa stiamo facendo, dobbiamo imparare a bilanciare bene le due fasi. Una fase giorno troppo prolungata rispetto alla fase notte, impedisce alla nostra macchina di lavorare in maniera perfetta, per come sarebbe progettata.

Il sonno è molto importante, perché durante la notte il corpo passa dalla fase catabolica (di consumo) a quella anabolica (di costruzione e riparazione). Si crea una infiammazione fisiologica, che porta acqua e nutrimento ai tessuti e, grazie ad ormoni dedicati e micronutrienti, questi liquidi, nella seconda parte della notte vengono eliminati, insieme ai prodotti di scarto, pezzi di DNA danneggiato, tossine, istamina. Questa operazione richiede un certo tempo e non può avvenire se non dormiamo a sufficienza, creando motivi ulteriori di allerta per il nostro sistema immunitario.

Uno stile alimentare corretto, sia in fase di prevenzione, che in caso di patologia e di convalescenza, è fondamentale per alcuni ottimi motivi :

  1. rispettare e rinforzare il microbiota intestinale, il quale ha la funzione di modulare il sistema immunitario intestinale e e fungere da barriera di ingresso ai patogeni in un meccanismo di competizione,
  2. evitare il sovraccarico di alimenti che potrebbero aumentare l’infiammazione come glutine, latticini, nichel, zuccheri,
  3. avere un adeguato apporto di nutrienti ognuno con la sua funzione : frutta e verdura per vitamine e minerali, cereali e farine integrali per le fibre e le vitamine liposolubili, proteine (uova, pesce azzurro, carne bianca) per la produzione di ormoni, citochine ed enzimi, oltre che per fare struttura.

È un lavoro impegnativo da fare tutto da soli, senza mai perderci, per questo ci viene in aiuto l’integrazione, da utilizzare soprattutto nel periodo invernale, come anche nei periodi di forte stress lavorativo, emotivo e di studio, che mettono a dura prova le nostre capacità immunitarie.

Possiamo utilizzare minerali come lo zinco, soprattutto in forma liposomiale, antiossidanti come il coenzima Q10, e antiifiammatori naturali come gli omega 3, la curcuma, la perilla, la boswellia e la mirra e i gemmoderivati di Ribes Nigrum e Rosa Canina.

Come immunomodulante useremo la Vitamina D che ha anche la funzione di ridurre la risposta eccessiva del sistema immunitario acquisito, e i betaglucani derivati da funghi come lo shitake.

Lisati batterici e lattoferrina si occuperanno di agire sul microbiota intestinale.

Nella scelta della combinazione di questi integratori più utile per ognuno di noi ci faremo aiutare dal farmacista che si occuperà di personalizzare il consiglio.

C’È PANE E PANE… IL BALLO DELLA GLICEMIA

C’È PANE E PANE… IL BALLO DELLA GLICEMIA

Pochi giorni fa ho avuto occasione di recarmi in collina, sopra Forlì, e non ho potuto resistere al desiderio imperativo di fermarmi a Dovadola, dove si produce uno dei pani migliori d’Italia.

Come sono entrata nella piccola rivendita, sono stata raggiunta dalla fragranza dei tanti tipi di pane che vi erano esposti e dalla gentilezza di Anna dietro al bancone.

Sapeva tutto del pane che vendeva, chi lo aveva impastato a mano, dove era stato coltivato il grano e dove era stato macinato.

I pani non sono tutti uguali, e per questo bisogna avere un buon criterio di scelta, quando lo si acquista, che ci faccia mettere nella sporta della spesa un prodotto di qualità, perché, anche nel caso del pane, qualità va di pari passo con salute.

Oggi, sul pane, come su tanti altri alimenti, si gioca una battaglia spietata, la cui carta vincente sembra essere la freschezza, lo sfornarlo a tutte le ore, un millesimo di secondo prima della chiusura del negozio.

Ma un buon pane, con pochi ingredienti indispensabili, si conserva anche una settimana, non ha bisogno di essere sfornato ogni 5 minuti perché in 3 ore diventa duro.

Un buon pane contiene tutto il chicco del cereale, con le sue ricchezze: vitamine, proteine, grassi, minerali, amidi, enzimi.

Un buon pane ti rende sazio a lungo.

Un buon pane ha pochi ingredienti: farina integrale, acqua e lievito madre.

Un buon pane non contiene sostanze chimiche, emulsionanti, zucchero, addensanti, alcool.

Un buon pane, se consumato in quantità adeguate, non può farci gonfiare, ingrassare, procurare resistenza insulinica.

Un buon pane costa un po’ di più di un pane industriale, giustamente.

Ricordiamoci che, negli anni ’70, una famiglia media spendeva metà dello stipendio per l’alimentazione, mentre oggi, una buona parte delle famiglie non arriva a spendere il 20% delle proprie risorse per la spesa, in una corsa al prezzo più basso, all’offerta da volantino senza attenzione alcuna agli ingredienti di ciò che compra.

È vero che si risparmia sul cibo per avere soldi da spendere in tecnologia, computer, telefoni, abbonamenti a piattaforme televisive, dove, lì si, cerchiamo il TOP.

Ma il nostro sistema digerente non è pronto per questi cibi, è calibrato per gestire alimenti più vicini possibile a come la natura li crea.

Una farina 00, ultraraffinata, fino a diventare una polvere impalpabile, selezionata per avere un contenuto di glutine più elevato, in modo da essere più facilmente lavorabile industrialmente, mette in allerta il sistema immunitario intestinale, quasi come se non ne riconoscesse l’origine, il chicco di grano, avendone perse le caratteristiche.

Gli amidi, senza la protezione di fibre e vitamine liposolubili, si trasformano troppo velocemente in zuccheri che, passati nel sangue provocano un repentino innalzamento della glicemia con conseguente scarica di insulina per riportare la concentrazione di zucchero del sangue nella norma.

L’insulina, purtroppo, non viene dosata col bilancino di precisione, ma secreta in abbondanza, per sicurezza. Così, succede che la glicemia, dopo essersi alzata velocemente, si abbassa spesso anche un po’ troppo, dandoci quella sensazione di fame dopo poco che abbiamo mangiato, attivando quel meccanismo insano dello sbocconcellare tutta la giornata.

In natura non esistono cibi che provocano degli sbalzi così imprevisti della glicemia, neanche tra i frutti più dolci, perché la fibra e l’acqua contenuti mitigano gli effetti degli zuccheri.

Per capire meglio, pensiamo che il nostro sangue, in totale circa 5 litri, contiene, disciolti, circa 2,5 – 3 grammi di glucosio. Una bustina di zucchero (6 grammi) porta in 5 minuti il contenuto di glucosio del sangue al triplo del normale, 100 grammi di pane bianco, che contengono per il 90% amido (una lunga catena di molecole di glucosio) provocano, in mezz’ora l’effetto di 10 tazzine di caffè.

La conseguente ricerca continua di cibi che provocano questo stesso effetto è spiegata dal fatto che il picco glicemico accende, nel cervello, il centro della gratificazione (lo stesso stimolato dalle droghe). In situazioni di vita povere di gratificazione, è comprensibile il perché molte persone non riescano a prendere una distanza da pane bianco, pizze, dolci per compensare i propri dispiaceri.

Per questo c’è una enorme differenza di impatto tra il consumo di un pane bianco e uno integrale, nel quale la fibra e i grassi, rallentano l’assorbimento degli zuccheri, diluendone l’arrivo nel circolo sanguigno in tempo abbastanza lungo da non creare il picco e la catena della dipendenza.

Il mio grazie va quindi a chi mantiene viva la tradizione del pane buono, preparato con amore, con gli ingredienti giusti perché possiamo recuperare il gusto per i sapori genuini legati alla terra e che ci indica una strada che tutti possiamo percorrere alla conquista del nostro personale benessere psicofisico.

Bibliografia : Luca Speciani, Vivere senza diabete. Ed. tecniche nuove 2020

I GRUPPI ALIMENTARI: perché è importante conoscerli.

I GRUPPI ALIMENTARI: perché è importante conoscerli.

Ho mangiato “alla Romagnola”, all’Abruzzese”, “all’Indiana”, “alla Macrobiotica”, “alla Giapponese”. Ogni cucina ha un suo senso, è frutto di millenni di storia e ha fatto crescere interi popoli, li ha guidati verso il progresso, le conquiste. Tutte le cucine tradizionali sono fatte di un mix di alimenti e condimenti e non possiamo dire che ce ne sia una migliore di un’altra. La prova di questo è che ci sono popolazioni ultracentenarie in varie regioni del mondo che si alimentano in modi completamente diversi.

I Sardi, i Calabresi, i Giapponesi, i Costaricani, che sono stati oggetti di numerosi studi hanno tradizioni veramente diverse. Quello che li accomuna è però l’utilizzo di alimenti freschi, integrali, di stagione e preparati in casa con amore.

L’utilizzo di piatti unici che contengono proteine, carboidrati, semi, frutta e verdura, ne rappresenta un’altra caratteristica, senza dimenticare la convivialità del pasteggiare insieme a tutta la famiglia.

Purtroppo abbiamo un po’ perso tutte queste tradizioni, perché i ritmi della vita sono cambiati, lavoriamo lontano da casa, i nostri bambini mangiano a scuola e abbiamo la possibilità di trovare cibo ovunque.

Mangiare una cosa al volo, soprattutto a pranzo, non è più considerata una eccezione, ma diventa normale, lasciando alla cena il compito di soddisfare tutti i nostri desideri in materia di cibo e non solo.

Questi cambiamenti non scelti, però, piano piano, modificano il nostro corpo, il nostro stato energetico e la nostra salute, fino a provocare veri e propri stati di malattia che oggi sono considerati quasi inevitabili. Diabete, ipertensione, ipotiroidismo, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni e degenerative, hanno una netta correlazione con quello che mangiamo, ma, buona notizia, migliorano moltissimo, cambiando stile alimentare.

Abbiamo già detto, in un predente articolo, che una buona alimentazione deve contenere tuto quello che ci serve per fare funzionare la nostra macchina perfetta. Imparare a conoscere i nutrienti è il primo passo per mangiare bene.

Gli alimenti, non sono polverine da farmacista, quindi non contengono mai una sola componente, ma si si suddividono per gruppi, in base alla loro componente principale.

I gruppi che prendiamo in considerazione sono:

Carboidrati, Proteine, Frutta e Verdura, Grassi.

Nel gruppo CARBOIDRATI, che rappresentano la benzina, la fonte energetica primaria di veloce o velocissima utilizzazione, troviamo le farine, i prodotti a base di farina, i cereali in chicco, i fiocchi, i legumi, i prodotti da forno, le patate, gli zuccheri, i dolci, le caramelle, la frutta essiccata (albicocche, prugne, uvetta …), il miele, i succhi, le marmellate, i dolcificanti, i gelati, gli yogurt alla frutta, le creme spalmabili ( eccetto quelle 100% di frutta secca), le bevande gassate, gli alcolici ecc…

Nel gruppo PROTEINE, che rappresentano i mattoni con i quali il nostro organismo costruisce e rigenera la struttura del nostro corpo, produce gli ormoni, gli enzimi e le cellule del sistema immunitario, troviamo le carni, i pesci, i molluschi, i mitili, le uova, i latticini, la frutta secca( noci, nocciole, mandorle, anacardi, pinoli, noci del Brasile ecc…)

Nel gruppo FRUTTA E VERDURA, che rappresentano la fonte di acqua, vitamine, sali minerali, fibre, troviamo tutti i frutti, i vegetali eccetto le patate.

Nel gruppo GRASSI, che rappresentano la fonte di vitamine liposolubili, di acidi grassi essenziali, di precursori ormonali, lubrificanti e sostanze antinfiammatorie, troviamo l’olio extravergine di oliva, gli oli di semi, i grassi animali come il burro e lo strutto, e alcuni prodotti industriali come la margarina.

Avere ben chiaro a quale gruppo appartengono i singoli alimenti è il primo passo fondamentale per imparare a comporre dei pasti ben bilanciati.

Subito dopo il primo passo c’è il secondo passo, un po’ più difficile del primo, la scrematura, da ogni gruppo, di tutti quegli alimenti che ci portano fuori da un percorso di salute.

Il criterio per la scelta è quello di valutare quanto siano vicini a come la natura ce li offre.

Farine, pasta, pane, chicchi e fiocchi di cereali sono da preferire integrali, come zucchero possiamo usare un po’ di miele di buona qualità, eliminando lo zucchero bianco o di canna che sono prodotti industriali, le bevande gassate, i succhi di frutta, i thé in bottiglia non ci fanno bene, perché contengono tanto zucchero o dolcificanti che interferiscono col corretto funzionamento dell’insulina.

Le carni e le uova, vanno preferite biologiche, soprattutto per ridurre l’assunzione involontaria di antibiotici e altri farmaci che vengono somministrati agli animali degli allevamenti intensivi.

I pesci vanno scelti tra quelli pescati, prevalentemente in mari vicini.

La qualità dei grassi è anche questa davvero molto importante, infatti olii di cattiva qualità o estratti industrialmente, purtroppo hanno un grande potere infiammatorio, che è l’esatto contrario di quello che un olio di buona qualità e spremuto a freddo deve fare.

Frutta e verdura devono essere di stagione e di zona per farci bene.

Produrre una zucchina in inverno o un cavolfiore d’estate, richiede una forzatura e l’utilizzo di sostanze chimiche dannose. Ogni stagione ci fornisce una abbondante varietà di vegetali adatti al clima nel quale viviamo ( più ricchi d’acqua d’estate, più riscaldanti d’inverno).

Ora, quando pensiamo alla colazione e al pranzo, è fondamentale che tutti i gruppi trovino spazio nel piatto.

­Se conoscete Dieta GIFT (della quale sono GIFT Food Tutor), saprete che, per semplificare le cose, proponiamo il piatto tripartito, ovvero un piatto che contenga per un terzo proteine, per un terzo carboidrati e per un terzo frutta e verdura. Questo ci permette di utilizzare il colpo d’occhio per capire in modo semplice se il nostro pasto è composto correttamente.

La cena, se abbiamo mangiato a sufficienza di giorno, come mi auspico, diventa un pasto frugale, più ridotto che può anche non contenere carboidrati, nel caso vogliamo recuperare il nostro peso forma, ma ricordandoci che non è mangiando meno che si perde peso, ma piuttosto mangiando meglio e permettendo alla nostra macchina perfetta di lavorare in uno stato di efficienza e messa a punto ideale.

Per poter stare bene, mangiare bene, non si può improvvisare, bisogna programmare, dedicare un tempo a ricostruire la propria personale tradizione alimentare, pensata e personalizzata.

Per approfondimenti e consulenze mi puoi contattare presso Farmacia Pievesestina o all’indirizzo mail info@orientamentoalimentare.it.

Biotricotest campi di disturbo alimentari

Biotricotest campi di disturbo alimentari

Che cosa sono i campi di disturbo?

Si definisce campo di disturbo tutto ciò che interferisce con il corretto funzionamento dell’organismo.

Ci sono campi di disturbo che non possiamo modificare, come le cicatrici, gli impianti dentali, le protesi, gli occhiali ecc, ma che si frappongono con la corretta circolazione energetica nel nostro corpo.

Ci sono invece campi di disturbo sui quali possiamo lavorare e ridurne l’ effetto negativo, e parlo dei campi di disturbo alimentare.

Da tempo si è capito che l’alimentazione ha, oltre che un effetto nutritivo, anche un effetto più ampio all’interno dell’organismo.

Ci sono alimenti eccitanti, alimenti che provocano sonnolenza, alimenti che mettono a dura prova il fegato o quelli definiti depurativi, poi quelli diuretici o lassativi.

Ma quando un alimento diventa “campo di disturbo”?

Il primo motivo per cui un alimento diventa campo di disturbo è il consumo eccessivo dello stesso, ovvero se tutte le sere mangio pizza, a lungo andare avrò un sovraccarico sugli organi più sollecitati dagli ingredienti della pizza e, di conseguenza, dei sintomi.

Il secondo motivo è più soggettivo e riguarda lo stato dei nostri organi, ovvero se ho già un problema, conosciuto o sconosciuto, alla cistifellea, basta una quantità limitata di un alimento che sollecita la cistifellea per avere dei sintomi.

Se metto insieme una disfunzione a carico di un organo, con il consumo eccessivo di un cibo, anche per la regola non scritta che il nostro organismo quando ha un problema riesce a compensarlo senza alcun intervento esterno, mentre se ne ha due non riesce più, mi ritroverò con qualche sintomo, non sempre facilmente riconducibile alla causa.

L’intuizione di un gruppo di medici che applicano la medicina funzionale evoluta ha messo a punto un test di biorisonanza (non riconosciuto dalla medicina ufficiale ) che, grazie a più di 200.000 ripetizioni ha codificato la relazione tra sintomi, alimenti che diventano campo di disturbo, e organi in difficoltà.

Si tratta del BIOTRICOTEST che puoi richiedere nelle Farmacie abilitate.

Il farmacista ti aiuterà, ad attuare un percorso di recupero dell’equilibrio e delle corrette funzioni della tua macchina perfetta.

Quali sono i sintomi che traggono beneficio da questo tipo di percorso?

Mal di testa, gonfiore, insonnia, acne, stitichezza, ansia, diarrea, caduta dei capelli, eczemi, dermatiti e tanti altri.

Per saperne di più, invia una mail a: info@orientamentoalimentare.it.

Che cosa hanno in comune queste malattie? Test QuASA

Che cosa hanno in comune queste malattie? Test QuASA

Colite, rinite allergica, mal di testa, dermatite, reflusso, asma, cosa hanno in comune?

Sono patologie delle quali molte persone soffrono e che spesso diventano croniche, ovvero si ripresentano ciclicamente o rimangono senza sintomi prendendo farmaci continuativamente.

Se, invece di sopprimere semplicemente i sintomi ci facciamo qualche domandina in più, possiamo scoprire che, alla base di questi fastidiosi fenomeni, si nasconde qualcosa su cui possiamo lavorare.

La base comune infatti è uno stato infiammatorio, spesso latente e di basso grado, che non si nota, ma scombussola un po’ il funzionamento dei nostri apparati.

L’infiammazione è una condizione che il nostro sistema ha codificato, e mette in atto ogni qualvolta siamo vittime di un trauma e serve per risolvere lo stesso attraverso il richiamo di acqua in quella parte per portarvi le sostanze necessarie alla riparazione dei tessuti e alla cura della possibile infezione attraverso l’arrivo delle cellule del sistema immunitario.

Risolto il trauma, riparata la parte, l’infiammazione rientra e tutto ritorna come prima. 

Purtroppo però, oltre a questo tipo di infiammazione, detta acuta, si sta diffondendo tra la popolazione anche uno stato infiammatorio cronico, dovuto a tanti fattori diversi ma tutti controllabili.

Una alimentazione monotona e ricca di cibi industriali, l’esposizione a inquinanti atmosferici, ad additivi chimici, la mancanza di attività fisica, contribuiscono a creare uno stato di disagio che, l’organismo tenta di correggere attraverso l’infiammazione e il coinvolgimento del sistema immunitario che attraverso le sue cellule e i sui apparati tenta di eliminare quanto non riconosce.

Il risultato è che ci possiamo trovare ad avere sintomi simili a quelli di una allergia con un conseguente stato di malessere che si può manifestare a vari stadi, dall’eczema fino alla malattia autoimmune.

Attraverso il Test QuASA che indaga sulla nostra storia, sulle nostre abitudini alimentari e sui sintomi che abbiamo più frequentemente, possiamo capire se c’è una relazione tra sintomi e gruppi di alimenti che consumiamo, in modo da poter ruotare certi gruppi di alimenti per ridurre lo stato infiammatorio generale.

Non parliamo in questo caso di allergie a singoli alimenti, mediate da IgE, ma piuttosto di un sovraccarico di ceri gruppi alimentari per monotonia o condizioni particolari, che provocano piuttosto la produzione di IgG.

Si valutano 6 gruppi alimentari: latticini, glutine, lievitati, nichel, sale, salicilati.

Il test consta di un centinaio di domande e richiede, per la sua compilazione, non più di 15 minuti.

L’operatore abilitato inserisce i dati in un software che in tempo reale fornisce 2 tipi di risposte: 

a) la predisposizione generale alle infiammazioni da alimenti

b) quali gruppi di alimenti sono coinvolti. 

Con l’aiuto del professionista di segnale si crea ad hoc un programma che riduca l’utilizzo settimanale dei gruppi alimentari coinvolti in modo da ridurre progressivamente lo stato infiammatorio.

Questo porta a un graduale e duraturo recupero di uno stato di benessere perduto, con miglioramento e scomparsa dei sintomi.